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Riscaldamento: come risparmiare con il ripartitore di calore

L'inverno è in arrivo, il che può significare solo una cosa: bollette più alte per via dei riscaldamenti accesi. In questo articolo scopriamo come si può essere più consapevoli dei nostri consumi e pagare quello che di fatto spendiamo, in termini di consumo energetico, grazie a dei contabilizzatori di calore come il ripartitore di calore

La preoccupazione sale come le nostre bollette soprattutto nel caso di riscaldamenti centralizzati, uno degli impianti di riscaldamento più diffusi in ambito condominiale. Esso prevede che a prendersi cura della sua gestione non siano i singoli proprietari di casa ma gli amministratori di condominio.

Alcune delle caratteristiche principali di questo tipo di impianto sono il fatto che per l'appunto non possiamo gestirli individualmente e che bisogna obbligatoriamente rispettare i calendari di accensione stabiliti per legge. 

Normativa

Una delle preoccupazioni principali quando si ha a che fare con questo tipo di impianto è che non vi sia la ripartizione delle spese in base all'uso. In effetti, fino a qualche anno fa, la ripartizione delle spese avveniva in modo più qualitativo (per millesimi di proprietà o volume dell’unità immobiliare), ottenendo dei calcoli immediati ma che non tenevano conto dei consumi reali. 

E' divenuto quindi importante che ciascun condomino pur avendo un impianto centralizzato abbia la possibilità di gestire autonomamente i tempi di accensione e temperatura e che gli eventuali costi vengano quantificati in modo appropriato.

Ecco che entra in scena la contabilizzazione del calore che significa che se il vostro vicino predilige una temperatura media tropicale di 30 gradi (andando incontro alla possibilità di sanzioni) pagherà di più in bolletta rispetto a voi che invece restate sotto i 20 gradi, come previsto dalla legge (DPR 412/93, modificato dal DPR 551/99). 

Essa regolamenta la temperatura massima che non dovrebbe essere superata all'interno degli edifici privati e pubblici fornendo inoltre i dettagli sulla durata massima di accensione giornaliera in base alla zona geografica di appartenenza.

I motivi di tale regolamentazione sono diversi, a partire dall'impronta ecologica che lasciamo, ossia l'inquinamento che andiamo a creare chiedendo ai nostri caloriferi di raggiungere determinate temperature. Inoltre, una temperatura troppo alta in casa non è consigliabile per via di una bolletta più alta e di potenziali fastidi alla salute. 

Ma torniamo alla contabilizzazione del calore. Come funziona? In che cosa consiste? 

Si tratta di uno strumento fondamentale per il contenimento dei consumi energetici e per una maggiore consapevolezza da parte di noi consumatori. Il suo utilizzo si è rivelato così importante che lo scorso anno è divenuto obbligatorio secondo la norma tecnica UNI 10200 aggiornata alla versione 2018, dunque è fondamentale adeguarsi alle normative.

Ripartitore di calore: installazione e funzionamento

La contabilizzazione avviene tramite l'installazione di un dispositivo elettronico sofisticato chiamato ripartitore di calore, che conteggia la potenza resa dal radiatore attraverso degli algoritmi. 

Questo attrezzo viene installato direttamente sul termosifone e viene fissato in modo che non possa essere spostato. Nononstante sia necessario installarne uno per colpo scaldante, non si tratta di un lavoro particolarmente costoso o invasivo poichè non richiede attività impiantistica o edile

Qualsiasi sia la marca, prima di fissarlo, si dovrà provvedere alla sua programmazione e parametrizzazione (i dati principali da inserire riguardano le caratteristiche fisiche del colpo scaldante come altezza, larghezza, spessore, tipo di materiale).

Poichè ampio è lo spettro di radiatori in commercio è bene rivolgersi ad uno specialista che sia in grado di identificare i dati da inserire nel ripartitore di calore, in base alla tipologia e dimensione del radiatore, e ottenere quindi una giusta programmazione che è la base di una misurazione corretta.

Il ripartitore di calore applica una misurazione indiretta quindi è fondamentale dedicare una grande attenzione al posizionamento del dispositivo sul corpo scaldante. La normativa viene in aiuto fornendo delle linee guida da seguire ed indica che il ripartitore va collocato in posizione centrale e alta: tra il 66 e il 75% dell'altezza del radiatore. Tuttavia, sarà il produttore a fornire l'altezza esatta. 

Una volta che il dispositivo è installato, saremo in grado di avere una misurazione del consumo individuale la cui lettura avverrà in automatico senza la necessità della nostra presenza. Dunque, non ci rimane nulla da fare che informarci su un altro strumento fondamentale per il risparmio energetico e che ci permette di adeguare il consumo di energia alle nostre necessità: le valvole termostatiche.

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