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Tatuaggi & esercito: i militari possono avere i tatuaggi?

Da: Francesca - Categoria: Dimensione Tatuaggio

I tatuaggi sono un trend che non accenna a perdere popolarità. Non sempre, però, farne uno è compatibile con l’esercizio di determinate professioni. Questo è il caso, per esempio, del binomio tatuaggi ed esercito. Chiarire le idee in merito è molto importante. Sono infatti numerosi i giovani che vogliono intraprendere la carriera militare, considerata da molti un’opportunità per il futuro in questo periodo di crisi.

Vediamo cosa prevedono le regole per quanto riguarda i tatuaggi.

Tatuaggi e carriera militare: sono compatibili?

Il binomio tatuaggio ed esercito è compatibile? A tal proposito è bene ricordare che le direttive dello Stato Maggiore dell’Esercito non consentono a chi vuole intraprendere la carriera militare di fare tatuaggi o piercing in parti visibili del corpo.

Essenziale è specificare che, quando si chiama in causa questa norma, si devono prendere in considerazione tutte le uniformi, indi anche quelle estive. Per gli uomini si parla quindi della classica uniforme di servizio. Per le donne questo abbigliamento consta di scarpe decolleté e di gonna.

Le caratteristiche specifiche possono poi mutare a seconda dei regolamenti interni. Quello che non muta in ogni caso è il divieto di farsi tatuaggi in parti del corpo visibili.

Le regole non si fermano certo qui! Da ricordare, infatti, è il divieto di fare tatuaggi osceni, a prescindere dalla parte del corpo scelta. Vietati per i membri dell’esercito e aspiranti tali sono anche i tatuaggi razzisti o a contenuto chiaramente sessuale. Risulta inoltre proibito farsi tatuare disegni potenzialmente offensivi per il nome della Repubblica Italiana o delle Forze Armate.

Per entrare ulteriormente nel dettaglio, è bene fare chiarezza su cosa si intende quando si parla di tatuaggi osceni.

In tale definizione rientrano quei disegni che, secondo il sentire comune, sono potenzialmente offensivi per il pudore e la decenza.

Un esempio che viene chiamato in causa di frequente è quello dei tatuaggi che invitano esplicitamente al compimento di atti sessuali. Abbiamo già ricordato il divieto di farsi, anche in parti non visibili del corpo, tatuaggi a contenuto razzista. In questo novero è possibile considerare tutti quei disegni che mettono in primo piano una discriminazione legata alla religione, all’etnia o all’orientamento sessuale.

Non consentiti sono anche i tatuaggi che possono creare discredito ai contenuti della legge italiana o della Costituzione della Repubblica.

Un cenno va fatto ai tatuaggi situati in parti non visibili del corpo e potenziali indizi di personalità abnorme. Con questa definizione clinica si inquadrano le personalità con caratteristiche nevrotiche. Nel caso di un tatuaggio che può far pensare a una situazione di questo genere, l’aspirante membro dell’Esercito viene sottoposto a una visita psichiatrica.

Tatuaggi e concorsi per entrare nell’Esercito: cosa fare in caso di esclusione

La presenza di tatuaggi inadeguati o di disegni in parti visibili del corpo può comportare l’esclusione dalle procedure di concorso finalizzate alla selezione dei futuri membri dell’Esercito. In questi frangenti, però, il candidato ha dalla sua la possibilità di fare ricorso. Il suddetto, debitamente motivato, deve essere presentato entro 30 giorni dalla data in cui è stata ricevuta la comunicazione di esclusione.

Il documento, per essere considerato valido, deve essere non solo motivato ma anche presentato in forma scritta.

Il contenuto in questione deve riprendere le motivazioni addotte dalla commissione che ha decretato l’esclusione dai concorsi del candidato tatuato. Il ricorso, inoltre, deve essere accompagnato da un certificato medico che attesti l’assenza delle eventuali patologie chiamate in causa dal parere della commissione.

In questi casi, se il ricorso viene accolto, il candidato può richiedere un nuovo esame di idoneità, da effettuarsi con un’altra commissione. Qualora anche in tale frangente dovesse essere considerato non idoneo, verrebbe escluso dal concorso senza la possibilità di ripetere l’esame.

I casi particolari

In situazioni particolari, come per esempio l’esame di idoneità effettuato mentre si sta rimuovendo chirurgicamente un tatuaggio da una parte visibile del corpo, è molto difficile dare pareri definitivi. Tutto, infatti, dipende dalla discrezione della singola commissione.

In alcune situazioni, però, è possibile che la presentazione del certificato medico consenta il rinvio dell’esame a data successiva. Tutto, come già detto, dipende dalla singola commissione.

Conclusioni

La Cassazione si è diverse volte espressa in merito al rapporto tra tatuaggi ed esercito. Da ricordare a tal proposito è una sentenza del 2010. La suddetta stabilisce che il tatuaggio è da considerare un ostacolo all’entrata nell’Esercito solo nei casi in cui, per dimensioni o sede, può determinare un’alterazione fisiognomica.

Questo è da intendersi come un ostacolo rilevante in quanto, per chi ricopre una carica militare, la presenza fisica è particolarmente importante. Sempre secondo questa sentenza, promulgata il 30 settembre del 2010, il tatuaggio sull’aspirante membro dell’esercito non può costituire motivo di esclusione dalle procedure concorsuali, a meno che non venga compromesso l’onore della persona o dell’uniforme.

Concludiamo ricordando invece che i piercing sono vietati in ogni caso, a prescindere dalla parte del corpo in cui vengono fatti.

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